sabato 25 settembre 2010

SOLI CONTRO TUTTI (La consapevolezza necessaria per guadagnare in borsa)

Per operare in borsa servono metodo, disciplina, conoscenza tecnica del sistema ed esperienza.
Il metodo è un insieme di regole operative, già testate con esito positivo, che riguardano cosa fare e cosa non fare al verificarsi di un certo input. Per essere efficiente il metodo deve contenere una gamma di opzioni che copra tutte le possibilità, cioè deve saperci guidare qualunque cosa accada.
La disciplina è l’applicazione rigorosa del metodo. Se si pensa una cosa, si deve fare necessariamente quella cosa: non si deve mai operare al di fuori del metodo.
La conoscenza tecnica del sistema consiste nella comprensione filosofica, cioè secondo il principio di causa-effetto, del funzionamento del sistema; ciò consente di capire le dinamiche economiche, gli sviluppi del quadro economico e dei mercati finanziari, e di prevedere con un certo grado di probabilità cosa succederà al verificarsi di ogni evento.
Il quadro economico cambia continuamente, in ogni instante, per effetto di ogni cosa economicamente rilevante che avvenga nel sistema pianeta. Ogni modificazione del quadro economico si sviluppa in almeno una sua parte, con effetti a cascata su tutte le altre parti e sull’intero sistema; ciò produce continue, a volte rapide, modificazioni dei prezzi nei mercati finanziari e specificamente in quelli azionari. I prezzi cercano infatti con il loro continuo movimento un equilibrio fra tutti i rendimenti, tenuto conto della diversa percezione del rischio di ogni singolo strumento di investimento.
Il quarto ingrediente necessario per fare un trader di successo è l’esperienza, cioè quell’insieme di conoscenze, sviluppate nel corso del tempo, che permette di capire gli sviluppi logici e gli sviluppi non logici di un certo input: in particolare se gli sviluppi dei prezzi azionari o di altri segmenti del mercato sono in linea con quanto ci si poteva ragionevolmente aspettare considerando la natura degli input introdotti. Regola di base è che i movimenti illogici tendono ad essere riassorbiti.
Tuttavia bisogna dire che la borsa non è il luogo delle favole. Non esistono guadagni facili, e chi cerca guadagni facili spesso si ritrova a perdere, a volte anche cifre rilevanti, a volte anche in breve tempo.
Il mercato in realtà non è un libero mercato, dove tutto è allineato a dinamiche economico-finanziarie razionali e dunque studiabili e prevedibili. Esistono delle controparti che possono incidere pesantemente sugli sviluppi del mercato anche in modo illogico, spesso illegale, e che operano con grossi capitali, in pratica muovendo i prezzi secondo il loro interesse. Essi non solo controllano gli sviluppi del mercato, ma addirittura spesso influenzano quelli del quadro economico.
La figura del market maker nasce con l’inizio delle contrattazioni telematiche, ispirata dall’idea che per un corretto funzionamento dei mercati fosse necessaria la presenza di un operatore qualificato, che garantisse liquidità sul book. In realtà, ben presto (e negli ultimi anni sempre di più) lo scopo del market maker è diventato guadagnare ai danni dei trader e dei piccoli investitori. Essi sono in pratica i padroni incontrastati del book, dove possono far scendere o salire tutti i prezzi.
I market maker agiscono di concerto con altri soggetti molto potenti, che controllano l’informazione e spingono la loro influenza sino ai luoghi del potere (e qui mi fermo).
I condizionamenti possono essere di vario tipo e natura: esistono condizionamenti economici, condizionamenti sull’analisi tecnica e condizionamenti sui prezzi.
I condizionamenti economici possono essere condizionamenti economici veri e propri e condizionamenti extra-economici.
I condizionamenti economici veri e propri sono quelli relativi ai dati economici e/o aziendali periodicamente diffusi, che a volte non sono veritieri, cioè non rappresentano fedelmente una realtà macroeconomica o aziendale. Ciò è fatto per condizionare e distorcere la percezione dei piccoli operatori, al fine di indurli in errore, ed è funzionale a produrre movimenti sul mercato tali da poter trarre guadagno dall’operatività errata dei piccoli investitori e dei trader. La manipolazione è sistematica, ma a volte i dati sono coerenti con la realtà, in modo da mantenere una parvenza di legittimità. Tutto questo è ovviamente illecito, ma non esiste oggi la possibilità di controllare sistematicamente questi meccanismi, né tanto meno di sanzionarli, se non occasionalmente e per singoli episodi.
Certe volte i condizionamenti assumono una natura extra-economica: parliamo di stragi, guerre o anche solo la notizia (non vera, o eccessivamente gonfiata) di una guerra*; questi eventi, con un’adeguata enfasi sui media, sono in grado di condizionare fortemente il mercato.
Per quanto riguarda l’analisi tecnica si deve fare una premessa. L’analisi tecnica è lo studio grafico dei movimenti dei prezzi e rispecchia la psicologia dei partecipanti al mercato. In condizioni normali l’analisi tecnica avrebbe un valore assoluto, occupandosi del movimento dei prezzi da un punto di vista statistico-matematico. Il problema è che se prendiamo atto dell’esistenza di operatori che agiscono al di fuori delle regole, con il deliberato scopo di ingannare piccoli investitori e trader, diventa ovvio che questi soggetti possono agire anche sul’analisi tecnica, facendo assumere ai prezzi determinate conformazioni, e quindi generando sui grafici falsi segnali. Questi falsi segnali vengono seguiti dai trader che iniziano operazioni in una direzione che, apparentemente logica, a volte si rivelerà terribilmente diversa dalle loro aspettative.
Il terzo tipo di condizionamenti, ancora più pericoloso, è il condizionamento diretto sui prezzi. Da sempre i market maker operano sui prezzi, che fanno scendere e salire a seconda (in teoria) delle modificazioni del quadro economico o aziendale, oppure (in pratica) considerando il loro specifico interesse di quel momento. Esistono due tipologie di investitori: i grandi speculatori e i piccoli operatori (trader e investitori privati); i trader fanno numerose operazioni di piccolo importo, cercando di catturare i piccoli movimenti del mercato, ma inevitabilmente sono condannati ad agire contro-trend, comprando a prezzi alti e vendendo a prezzi bassi: questo perché essi subiscono i condizionamenti posti in essere appositamente per ingannarli. I grandi speculatori invece sono sempre dalla parte giusta, dato che sono principalmente loro a muovere il mercato. Da qualche tempo, circa due anni, il condizionamento sui prezzi viene esercitato in un modo ancora più subdolo, perché effettuato con un formidabile ausilio tecnologico: gli High Frequency Trading System, ovvero le famigerate "macchinette". Si tratta di software molto potenti che in pratica controllano i mercati finanziari, individuano tutti gli ordini immessi ma anche e soprattutto eseguiti dai trader, e generano ordini o addirittura movimenti del prezzo dalla parte opposta della maggioranza dei trader (ma anche solo uno se la sua operazione è rilevante) per metterli in perdita. Vi sarà capitato spesso di comprare e poi immediatamente il prezzo scende, o viceversa di shortare e immediatamente il prezzo sale; appena chiudete l’operazione il prezzo torna nella direzione principale, e voi pensate di essere stati sfortunati o sprovveduti, avendo chiuso l’operazione al momento sbagliato: in realtà non avete sbagliato, perché il mercato si è mosso esattamente per farvi perdere.
Allora non si deve operare? Si deve prendere atto che la borsa è un meccanismo perverso dove è impossibile guadagnare? Non è così. Investire i propri risparmi è un diritto teoricamente garantito dalla costituzione. E’ chiaro che si deve prendere atto della realtà: se siamo in strada e veniamo aggrediti, immediatamente qualcuno ci darà soccorso, e arriverà la polizia che ci aiuterà, perché esiste una legge che ci tutela e il colpevole verrà identificato, arrestato e sanzionato (o almeno così dovrebbe essere). Nei mercati finanziari questo non avviene. Dobbiamo prendere atto che in borsa non esiste il concetto di reato e non esiste nessuno in grado di far rispettare regole che peraltro non esistono, o sono volutamente confuse, incongruenti o facilmente aggirabili. Bisogna quindi diventare abilissimi conoscitori di questo sistema. Uno degli studi che insegno ai miei corsi è l’analisi dei livelli di denaro e di lettera nelle fasi di accumulazione e distribuzione. In certe fasi sembra che i prezzi vogliano salire, i livelli di lettera sono deboli e quelli di denaro sono molto forti, magari c’è attesa per qualche evento o dato positivo: in realtà in quei momenti si sta distribuendo. I retail comprano e le mani forti vendono (cioè distribuiscono). Ad un certo segnale convenuto (che spesso coincide con la notizia positiva) i prezzi inizieranno irreversibilmente, spesso rapidamente, a scendere. I trader che avranno comprato si troveranno subito in perdita. Lo stesso avviene nelle fasi contrarie, e questo è solo uno dei tanti esempi.
Esistono molti strumenti che consentono di capire con un certo anticipo e secondo una logica cosa succede sul mercato. Uno di questi è il mio studio sulla distribuzione dei flussi con l’indicatore QEV che ne deriva**.
Esso offre indicazioni sempre molto precise sulla percezione del quadro economico da parte degli investitori (soprattutto istituzionali). Ma anche altri studi come certi aspetti dell’analisi tecnica, indicatori e oscillatori, la tick distribution, la Teoria delle Onde di Elliott, lo studio del trend, il COT, i dati dell’insider dealing sono molto utili per operare con profitto. Bisogna sempre capire perché, chiedersi il motivo di cosa sta succedendo, entrare nelle dinamiche di causa-effetto senza mai fermarsi all’apparenza, usare in modo disciplinato un metodo efficiente con grande conoscenza del sistema e grande esperienza. Ciò consente di assumere le redini del gioco, senza rimanere vittime di meccanismi più grandi di noi che ci porteranno inevitabilmente a perdere. La borsa non è il luogo delle favole, come abbiamo già detto, ma con grande applicazione, studio ed umiltà è possibile imparare a guadagnare (e soprattutto a non perdere).




Stefano Bagnoli

(riproduzione riservata)





* E’ il caso ad esempio della guerra fra la Corea del Nord e la Corea del Sud. Questa guerra, formalmente, non è mai finita. Eppure la notizia del conflitto viene tirata fuori (in modo a volte anche ridicolo) ogni volta che si vuole "guidare" una discesa dei mercati. Ma la situazione più usata è certamente quella di Israele, dove a volte i fatti vengono addirittura realmente posti in essere per questo fine. Di tutte le stragi che (guardacaso) sono coperte dal segreto di stato e dell’11 settembre in particolare parlerò a tempo debito, nelle sedi e nei modi opportuni. Esiste peraltro già una sterminata letteratura che spiega quali sono stati gli effettivi mandanti e quali collusioni hanno interessato livelli politici altissimi, non solo americani.

** Cfr. Stefano Bagnoli, La psicologia del sistema economico-finanziario, Seneca Edizioni, Torino, 2009.

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